domenica 25 maggio 2008

Global Warming uguale a più Uragani???? mah.....

Uno dei cavalli di battaglia da sempre dei convinti serristi, ossia sostenitori del Global Warming causato dalle attività umane, è che fra i disagi causati dal clima nel futuro, ci saranno uragani sempre più intensi e numerosi. Addirittura alcuni si sono spinti oltre ipotizzando scenari da zone tropicali anche nel Mediterraneo.
La realtà invece è molto complessa.
Innanzitutto bisogna chiarire una cosa: il Global Warming esiste è non è un’entità astratta. E’ certificato da dati, confermato dai maggiori enti meteorologici e dall’organizzazione meteorologica mondiale, però nessuno può sapere quale clima ci potrà essere nel 2050. A quella data ci si spinge grazie all’aiuto di modelli matematici meteorologici che delineano uno scenario possibile nel futuro.
Io sono da sempre dell’idea che prevedere il clima che ci potrà essere fra qualche anno è un esercizio puramente utopistico e poco realistico. Lo paragono al proverbio dei datteri (chi pianta datteri non raccoglie datteri). Appunto perché solo nel 2050 si saprà se la verità sta da una parte oppure dall’altra.
La realtà che viene percorsa dall’ente nato per gli studi sul clima chiamato IPCC (…..) è che il riscaldamento globale sarà un trend dei prossimi anni e che quindi la temperatura media globale è destinata ad aumentare gradualmente. Alcune proiezioni ci danno un clima leggermente più caldo, altre molto più caldo. Secondo una curva ipotetica, nel 2050 le estati in Italia potrebbero essere simili a quella avvenuta nel 2003, che quindi diverrebbero “normali” con possibili Estati anche più calde.

Se guardiamo al nostro orticello Bresciano ci accorgiamo che l’Aprile appena passato, secondo le stazioni di Roncadelle (dati di Stefano Masneri) e Ghedi (dati raccolti da Oscar Belleri) gruppo di meteoappassionati bresciani , terribilmente freddo e perturbato sulla nostra pelle, è stato in realtà appena sopra la norma con le temperature(media mensile 11,9).
I dati ci indicano che Roncadelle ha avuto questi dati riguardo ad Aprile:
Media temperature mensile +13,2 precipitazioni mensili 123,2mm
Per Ghedi invece ci sono questi dati:
Media temperature mensile +12,6 precipitazioni mensili 135,6

Quindi ci siamo in un certo senso abituati ad un clima caldo e poco perturbato e basta un mese per rendere il tutto ipoteticamente anomalo ossia che Aprile è stato molto piovoso, più della norma ma in sostanza positivo con le temperature, il tutto con un clima prettamente atlantico.
Se guardiamo a livello globale, ci accorgiamo dall’ultimo report del NOAA che Aprile è stato tutt’altro che freddo….
Land
Ocean
Land and Ocean


+0.81°C (+1.46°F)
+0.33°C (+0.59°F)
+0.51°C (+0.92°F)


9th warmest
8th warmest
7th warmest


2000 (+1.66°C/2.99°F)
2004 (+0.53°C/0.95°F)
2007 (+0.84°C/1.51°F)












Quindi dopo l’Aprile apriletto, ogni giorno un goccetto e dopo un inizio dell’anno non particolarmente caldo, sono cominciate le teorie del parziale raffreddamento…….. ma qui non voglio spingermi, preferisco concentrarmi su uno studio applicato alle condizioni del GW.

Più caldo e più Uragani o per meglio dire più sistemi ciclonici tropicali è una regola che non esiste anche se fra caldo e Cicloni esiste un legame forte.
Ci sono alcuni aspetti indispensabili per la formazione e il mantenimento di un sistema tropicale.
La prima regola è che le acque superficiali degli oceani deve essere superiore a 26,5 gradi circa. Quindi in teoria più caldo potrebbe provocare mari ancora più caldi.
La seconda regola è che il sistema ciclonico tropicale, essendo un sistema che basa la sua forza su punti di equilibrio dinamici meteorologici, deve avere il meno possibile condizioni meteorologiche avverse, soprattutto è indispensabile che i venti alle medie e alte quote troposferiche siano di scarsa intensità o meglio assenti e con umidità elevata e non bassa.
La terza regola appartiene alla zona di formazione di un ciclone, che dipende poi anche direttamente alle condizioni 1 e 2.
Uno studio approfondito condotto dall’università di Princeston negli USA ha portato a rielaborare l’atmosfera degli anni prossimi utilizzando le proiezioni dell’IPCC e simulando il tutto con il modello GFDL.
Il modello GFDL (Geophysical Fluid Dinamics Laboratory)o per meglio dire il gruppo di lavoro di Princeston che collabora attivamente con il NOAA per gli studi sulla simulazione atmosferica, rappresenta e sviluppa uno dei migliori modelli matematici meteorologici utilizzati per simulare le condizioni climatiche in aree tropicali e uno dei migliori modelli per proiezioni a breve e medio termine per tracciare la direzione degli Uragani in Atlantico e Pacifico nordorientale e per simulare la loro intensità.
Lo studio è una reale applicazione matematica per ipotizzare quale clima ci potrebbe essere verso la fine di questo secolo e che possibilità ci potranno essere per avere + sistemi ciclonici tropicali nel globo. Il tutto è ovviamente rapportato allo studio dell’IPCC e quindi legato direttamente alla teoria del riscaldamento globale.
Nel momento della tragedia nel Myanmar, il discorso Cicloni è passato prepotentemente alla ribalta anche se purtroppo la tragedia nell’oceano Indiano è legata più all’indifferenza e alla poca coscienza meteorologica di una nazione che non ha effettuato una politica di salvaguardia della popolazione. Il Ciclone in realtà si è dimostrato molto intenso(quasi una 4° categoria di intensità su un massimo di 5, nel momento dell’impatto sulla terraferma) ma sicuramente non fra i più forti ad aver cavalcato l’Oceano Indiano. Non affronto il problema della prevenzione, che magari segnalerò prossimamente affrontando il maggior tentativo eseguito dall’uomo per modificare direttamente gli eventi climatici in aree tropicali, tentativo documentato e quindi reale, non ipotetico o fonte di leggende metropolitane.
Segnalo quindi questo articolo che scrissi tempo fa sul Meteogiornale, sintetica esposizione della ricerca.

http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=15431

Qui invece i link diretti per visualizzare la ricerca

http://gfdl.noaa.gov/%7Egav/ipcc_viz.html
http://www.noaanews.noaa.gov/stories2007/s2840.htm

Buona lettura :-)

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